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Le aspettative: il killer silenzioso della felicità


Cosa significa in realtà avere delle aspettative?

E’ un bene o no? E’ normale?

Quando ci si aspetta qualcosa si mette tacitamente l’altro nella condizione di dover rispondere ad un nostro bisogno, materiale o affettivo, che noi stessi crediamo di non essere capaci di avere senza l’aiuto dell’Altro. Pretendiamo che l’Altro debba soddisfare i nostri bisogni e desideri per colmare quel vuoto creato dalla scarsa consapevolezza del nostro potere potenziale e dalla non accettazione della nostra "apparente" incapacità.

Si tratta di aspettative che di solito non sono dichiarate apertamente, che nascono da una mancanza di comunicazione con l’Altro ma prima di tutto con se stessi.

Molte emozioni come la paura, la rabbia e l’odio nascono proprio da queste aspettative che, se non apertamente dichiarate, l’Altro non conosce e quindi non riesce a soddisfare.

Ecco perché è fondamentale prendere coscienza delle nostre aspettative: quello che vogliamo dagli Altri non è altro che un riflesso di ciò vogliamo da noi stessi, perché ciò che proiettiamo sull'Altro, desideriamo di avere dall'Altro è sempre un riflesso di ciò che siamo nel nostro potenziale ma che la scarsa consapevolezza non ci consente di riconoscere!

Ciò che avviene al di fuori di noi, nell'ambiente che viviamo ogni giorno, ci rimanda a ciò che accade dentro di noi, ne rappresenta la manifestazione. Ed è proprio chi ci è vicino in un determinato periodo della nostra vita che ha un ruolo fondamentale per comprendere come stiamo funzionando interiormente.

Se l’Altro ci delude, ci tormenta o ci critica domandiamoci: quali sono le aspettative verso di me? Come mi sto trattando in questo momento? Sono deluso di ciò che sono o faccio? Mi giudico pesantemente o mi accetto così come sono?

Diamo una direzione diversa e corretta alle nostre aspettative: mi aspetto che l’Altro mi apprezzi, mi ami o mi riconosca nel mio vero potenziale ma io, come sono nei miei confronti? Le aspettative verso chi mi circonda sono forse un modo per compensare ciò che non riesco a fare a me stesso?


Questo vale anche per i consigli che diamo all’Altro, come pure per come ci comportiamo nei suoi confronti: quando facciamo un gesto cortese, un favore, un supporto di qualsiasi tipo, lo facciamo con delle aspettative?

Quando decido di dare qualcosa, non devono esserci aspettative.

Diventiamo “donatori autentici” che non si aspettano null’altro in cambio, neanche una parola gentile per intenderci.

E soprattutto chiediamoci: come mi sento dopo aver aiutato più volte una persona e questa si rifiuta di farmi un piacere?

Solo se mi sento a mio agio, senza nessuna emozione negativa, vuol dire che siamo riusciti a dare senza aspettative. Se invece sentiamo il chiacchiericcio mentale di un pensiero del tipo: “Caspita! Sono sempre io quello che dà, ora toccherebbe a lui/lei restituire il favore!”. In questo caso, meglio sarebbe non dare affatto!!!


Perchè se ci troviamo a voler dare qualcosa, almeno riflettiamo se e cosa ci aspettiamo in cambio. E utilizziamo questa riflessione per scoprire quale paura nel sottofondo motiva la nostra aspettativa. Abbiamo paura che il nostro valore, bontà o “essere speciale” non siano riconosciuti? Abbiamo paura che l’Altro ci veda come degli egoisti? Abbiamo paura di essere giudicati?

Prendere coscienza di ciò che è alla base delle nostre aspettative è il primo e vero passo per iniziare a liberarsi da esse.

Con il tempo, avremo più coscienza delle nostre aspettative e guarderemo alle persone che ci sono vicino con gratitudine perché ci hanno permesso di guardare meglio dentro di noi, nel bene e nel male, per comprendere le emozioni che generano le aspettative che abbiamo verso di loro e, di riflesso, verso noi stessi.


Il passo successivo è quello di prendere consapevolezza sulle “aspettative non realistiche” che nutriamo nei confronti dell'Altro, della vita e del mondo in generale.

Ad esempio.

"Se sono buono, la vita mi ricompenserà"

Niente di più irrealistico! Sperare di poter eliminare problemi e difficoltà solo perché siamo “buoni” è un esempio di aspettativa non realistica molto diffusa.

Siamo certi che non sia una “copertura” per non accettare ed esprimere sentimenti di rabbia e odio che portiamo dentro?

"Le persone devono capirmi!"

Tutti subiamo in parte l’Effetto-del-Falso-Consenso, un fenomeno psicologico in base al quale di solito pensiamo che un gran numero di persone pensi come noi e che abbiamo ragione. Anche questa è un'aspettativa irrealistica: ognuno è portatore sano del proprio punto di vista e a volte o spesso, non corrisponde al nostro pensiero.

"Le persone dovrebbero comportarsi bene con me"

Ci aspettiamo che le persone siano gentili e disposte ad aiutarci, ma non sempre è così. Accettiamo che non potremmo piacere ad alcune persone e che ognuno ha una storia personale responsabile di atteggiamenti e comportamenti nella vita adulta. Non è realistico aspettarsi gentilezza e supporto da tutti indistintamente!

"Posso cambiare la mentalità di una persona"

Tendiamo talvolta a credere di avere il super potere di cambiare gli altri, un’aspettativa irrealistica abbastanza comune nelle relazioni e abbinata per la maggior parte delle volte alla fatidica "sindrome della crocerossina". Niente di più falso. La verità è che il cambiamento personale avviene dall’interno, da un processo individuale guidato da spinte motivazionali intrinseche su cui noi, come agenti esterni, abbiamo ben poco potere.


Le aspettative sono un killer silenzioso che ci allontana dal presente e dal nostro vero Sè.
Ma è possivile vivere senza aspettative? Come possiamo fare?

Ecco alcuni suggerimenti:

  • Vogliamo realizzare qualcosa e non crediamo in noi stessi? La nostra aspettativa è che senza "un-aiuto-da-casa" non saremmo in grado di fare nulla?

La parola d'ordine è: ASPETTARE DI MENO E AGIRE DI PIU'.

Iniziamo con l'assumere un atteggiamento proattivo e a mettere a terra le azioni e le misure necessarie e concrete fare un primo passo verso il nostro quel desiderio! Stare nell'attesa e nella speranza non ci porterà da nessuna parte.

Paradossalmente, aspettare-di-meno-e-agire-di-più ci consentirà di riprendere il controllo della nostra vita, senza sentirci sopraffatti dalle aspettative e dai sogni irrealistici.

Quando ci muoviamo verso qualcosa o qualcuno, il semplice movimento implica una maggiore fiducia nel nostro potenziale come persone che non si siedono e aspettano che gli altri soddisfino le loro aspettative, ma lottano per quello che vogliono e non assumono il ruolo di vittime o martiri, ma si adoperano per far accadere le cose.


  • Non possiamo realizzare i nostri desideri perchè siamo impegnati a soddisfare le aspettative di qualcun'altro?


Non rimanere intrappolato per soddisfare le aspettative degli altri.

SEPARA I TUOI DESIDERI DAI TUOI DOVERI.

I doveri non sono altro che le aspettative che gli altri ci hanno imposto, che si tratti della famiglia o del condizionamento culturale della società in cui viviamo.

Quando diventiamo consapevoli e in perfetto equilibrio tra DARE-RICEVERE senza avere aspettative, comprendiamo anche che non è necessario rimanere intrappolati per soddisfare le aspettative altrui. Ed è un processo liberatorio attraverso il quale entriamo in contatto con i nostri desideri e passioni più profondi, ritrovando quell'energia indispensabile per raggiungere ciò che vogliamo.


Goditi di più il ​​presente e controlla la mente in attesa! Le aspettative si trasformano spesso in lenti che ci impediscono di vedere chiaramente il mondo e di abbandonarci all’incertezza che lo caratterizza.

E soprattutto....

Prepara un piano B!

Nella realizzazione dei nostri progetti influiscono molti fattori al di fuori del nostro controllo, quindi la cosa intelligente da fare è preparare un piano B. Come disse Stephen Hawking, l'astrofisico protagonista del film "La teoria del tutto":

È quando le aspettative sono ridotte a zero che si apprezza veramente ciò che si ha."

Questo è l’atteggiamento giusto.


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