"Come stai?"
" Bene, grazie."
Rispondiamo sempre in modo comune e convenzionale, ma la realtà spesso appare diversa, troppo complicato dire chiaramente come ci sentiamo, a volte. O sempre.
Quando sentiamo emergere la preoccupazione, quando il respiro si blocca all’altezza dello stomaco, il nostro corpo ci sta dicendo tutt’altro che “sto bene, grazie” e nonostante i tentativi di non ascoltarlo o di “tirarci su” o “di pensare positivo”, sentiamo tutta l’impotenza di non sapere cosa fare per stare meglio, anche solo per qualche ora.
Ostinarsi a voler controllare uno stato emotivo negativo è come provare a indovinare la sestina vincente al superenalotto, le probabilità di vincere la sfida sono molto vicine allo zero, con l’unico risultato di impiegare l’energia che abbiamo a disposizione per un’impresa impossibile che ci lascerà più stanchi e nervosi di prima per aver fallito nell’intento di manipolare le nostre emozioni.
I pensieri hanno una mente tutta loro. Vanno e vengono come preferiscono, così come i nostri sentimenti, il nostro sentire, che affiora in maniera naturale e spontanea.
Sfatiamo il mito di sentirsi sempre “bene”, pieni di gioia e vitalità ogni giorno, perché sappiamo che non è così. Le emozioni quotidiane fluiscono e mutano naturalmente, come il clima o le stagioni, se vogliamo essere sempre vitali e sprizzanti di felicità sarebbe come sperare che tutti i giorni il cielo sia limpido e soleggiato.
Che succede se un bel giorno piove? Se una domenica pomeriggio il nostro umore si fa nero e sentiamo crescere l’insofferenza e l’agitazione, anche se apparentemente senza alcun motivo?
Stare in quello che c’è. E sì, non abbiamo alternative. Lo stato dell’accettazione ovvero “prendere le cose come sono” consiste nel permettersi di ascoltare quell’emozione scomoda, farla parlare e iniziare una bella conversazione con il nostro corpo. Lui sa come stiamo veramente e perché, se solo gli consentiamo di esprimersi.
Portiamo l’attenzione sul respiro: è bloccato? Arriva fino alla pancia o rimane sospeso nella parte alta del petto?
Muoviamo le spalle e il collo: avvertiamo dolore, rigidità?
Quali emozioni emergono? Fermiamoci un attimo e ascoltiamo quello che arriva, senza giudizio. Non cerchiamo un’emozione o un pensiero diverso da quello in cui siamo in quel momento.
Poi riprendiamo quello stavamo facendo, continuiamo a dedicarci a ciò che per noi è importante in questo momento.
Lasciamo che le emozioni, anche quelle scomode, ci possano accompagnare in tutte le nostre attività quotidiane. Non fare resistenza ai pensieri e agli stati d’animo negativi. Non possiamo sopraffare o vincere la depressione o sconfiggere l’ansia. Proviamo ad accettarla senza provare a scappare, invitiamola a stare con noi mentre prepariamo la cena, usciamo per una passeggiata o facciamo la spesa.
Se sentiamo che paura, ansia, noia, frustrazione e pessimismo ci seguono ad ogni passo, lasciamo che sia così. Accettiamole, senza rimanere impigliati nella concezione idealizzata di come dovremmo sentirci: “non dovrei essere così preoccupato”, “non dovrei arrabbiarmi per così poco”, “non posso fare pensieri così negativi”.
E’ come dire non dovrebbe fare tanto freddo, siamo ai primi di Dicembre. Eppure fa freddo. Ho freddo. Sbaglio forse qualcosa? No, semplicemente fa freddo.
Proviamo ad accettare quello che c’è, anche se non ci piace o non è ciò che vorremmo. Bandite le lamentele e i tentativi di fuga. Quel dolore, quella paura o quella rabbia repressa e non accettata non fa che intrappolarci in un mondo illusorio che nega la realtà del corpo, il nostro vero sentire.
Di solito ci sentiamo ripetere che dovremmo evitare di avere molti pensieri negativi. Certo, è vero, noi creiamo la realtà che pensiamo o che temiamo, ma lottare contro questi pensieri, fare lo sforzo di aggirarli, richiede un’enorme quantità di energia. Provate a cancellare un pensiero che non volete fare o un’emozione che non volete provare, vedrete che dopo qualche attimo questo o qualche altro pensiero o emozione simili riaffiorerà con ancora più forza!
Molti credono che la felicità non faccia per loro e che non riusciranno mai a raggiungerla. La convinzione comune è che se nel passato le cose ci sono andate in un certo modo, allora sarà così anche nel presente e nel futuro. L’errore che si commette è quello di stare nel rimuginio incessante, sprecando energie indispensabili per vivere il presente.
Accogliere pensieri e stati d’animo, di qualsiasi natura e qualità, ci aiuta a far emergere per poi lasciare andare un macigno invisibile che ci portiamo dentro, che non vogliamo guardare, che non vogliamo ascoltare. Vivere il presente significa anche accogliere questo peso e vederlo gradualmente alleggerirsi perché se lo ascoltiamo, non ha più necessità di ingigantirsi per chiedere un po’ della nostra attenzione.
"Vivere nell’adesso" significa stare con la mente nel presente, imparando ad ascoltare e conoscere il proprio corpo per quello che ci sta dicendo ora. Le cose stanno accadendo in questo momento: proprio ora sono triste, arrabbiato o felice.
Resistere a tutto ciò, mettere la testa sotto la sabbia, sarebbe come percorrere una scala mobile al contrario, quanto dispendio energetico sprecato e poi, per andare dove? Recupera l’energia stando con te stesso, ascoltando il corpo. Stai nel momento presente, osservati senza cercare di cambiare le cose. Poi senti la tua energia cambiare e fluisci con essa.
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